La cappella, posta al primo piano dell’ala seicentesca dell’oratorio, punto di cerniera tra i locali della scuola “Sacro Cuore”, l’Oratorio e le sedi del Gruppo scout Carpi 1 è stata realizzata su iniziativa di don Nino Levratti alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, in sostituzione di una precedente cappella situata al piano terra a fianco dell’attuale ingresso della scuola su via S.Chiara.
Nello spazio ampio e ben illuminato, don Levratti, sempre valido “architetto”, ha saputo valorizzare il soffitto ligneo e le pareti in laterizio delle origini e ha chiamato lo scultore carpigiano Romano Pelloni a collaborare. Nel presbiterio hanno trovato posto l’altare, il leggio e il tabernacolo realizzati in ferro battuto e vetro che ben si ambientano con l’atmosfera seicentesca e con le grandi vetrate istoriate che attenuano le forti luci delle due finestre con i loro colori armonici. I simboli della Parola e dell’Eucaristia, in esse raffigurati, danno un giusto tono al luogo della preghiera.
Un originale significato simbolico hanno i tre blocchi di cristallo incastonati nei manufatti di ferro battuto; bianco per la Parola, rosso per l’altare del Sacrificio e dorato, che si infrange in mille riflessi luminosi, per l’Eucaristia.Al centro, sulla parete lasciata a mattoni sabbiati, spicca il grande Crocifisso dipinto quarant’anni or sono per la prima cappella, segno di continuità della comunità.
Infine, la porta d’accesso alla cappella dal lato delle sedi dell’Agesci accoglie una splendida vetrata che rammenta la formula liturgica cara ai giovani nella Messa in latino: “Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat iuventutem meam” (salirò all’altare di Dio, a Dio che rende lieta la mia giovinezza). E la giovinezza è anche suggerita dal sole sorgente che è anche simbolo di Cristo Gesù fratello e amico. Quest’ultima vetrata si legge grazie alla luce di una delle due vetrate del presbiterio, creando un felice gioco di trasparenze.
Su una parete interna è stato recentemente collocato un pannello in ceramica, sempre opera di Pelloni, che illustra la pagina evangelica “Lasciate che i bambini vengano a me” attraverso l’episodio della moltiplicazione del pane e dei pesci grazie all’offerta del bambino. Il pannello, da decenni collocato nell’altare nella vecchia cappella, era stato dato per perso dopo i lavori di ristrutturazione.