Cappella del Palazzo Corso

Cappella Palazzo Corso Carpi

Nel 1950 mons. Vincenzo Benatti incaricò il pittore padovano Orlando Sorgato (1916-2018) di eseguire un ciclo pittorico per la Cappella del Corso.

Principalmente il lavoro consta di 3 grandi tele e 7 minori, tutte dipinte con colori ad olio e intitolate:

  • Il sacrificio della Croce (parete frontale): è la composizione con Gesù morente che domina su tutto il resto, sul Mondo, le tre Marie e S. Giovanni (a destra della croce, in piedi). La Madonna mostra un volto triste, ma è un dolore contenuto, da donna forte anche se nell’estrema sofferenza.
  • Il canto del Magnificat (parete sinistra): datato 1953, riassume la visione di San Giovanni “…vidi una Donna vestita di Sole, con ai piedi la Luna e il capo incoronato di 12 stelle… e tutte le genti mi chiameranno beata”. Lei, la Vergine, è in contemplazione, tutta presa dall’Amore di Dio, quasi in estasi; attorno invece sono raffigurate le genti di varie razze. “…Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili” (l’uomo a terra centralmente); “…Ha disperso i superbi…” (espresso a destra della Madonna, dal soggetto disteso con muscoli tutti in tensione, bocca aperta carica d’ira); “…Ha rimandato i ricchi a mani vuote…” (la figura davanti a sinistra impersona l’avaro, attaccato al denaro, che a furia di contare soldi gli si sono curvate le falangette delle mani).
  • Il discorso della montagna attraverso le beatitudini: Gesù seduto al centro del quadro in atto di insegnamento, con l’indice rivolto a Dio, irradia la propria luce sulle figure emblematiche che ha attorno, riassumendo cosi l’annuncio dell’Amore Divino. Ruotando in senso antiorario, da sinistra del Cristo, vengono rappresentate le varie situazioni: beati i miti perché erediteranno la terra; beati i puri di cuore perché vedranno Dio; beati gli afflitti perché saranno consolati; beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati; beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio; beati i misericordiosi perché troveranno misericordia; beati i poveri in spirito perché di essi e il Regno dei Cieli; beati i perseguitati per causa della giustizia perché di essi e il Regno dei Cieli.

Cappella Palazzo Corso Carpi - Sacrificio della Croce

Cappella Palazzo Corso Carpi -MagnificatCappella Palazzo Corso Carpi -Discorso della Montagna

 

 

 

 

 

 

 

 

Le “Tre Virtù Teologali”:

  • La pala del sacrificio della Croce rappresenta il tema della Carità;
  • subito sulla sinistra è stato collocato il quadro dedicato alla Fede, dato da una vergine che fissando il simbolo della Santissima Trinità (i tre anelli concatenati), gioisce nel cuore;
  • a destra invece, la Speranza evidenziata da una vergine portante una fiammella sopra la testa, come un faro di riferimento, (e infiammata dell’amore verso Dio), e le braccia aperte in segno di accoglienza, ad indicare il “rifugio”, il “luogo” della salvezza.

Il ciclo pittorico si completa con “Le virtù Cardinali” ossia:

  • La temperanza (a sinistra del Magnificat) impersonata da un’austera vergine, dall’angelica purezza, dalle vesti modeste, e tra le mani giunte, il cilicio, in segno di penitenza, per le debolezze del corpo e sublimare lo spirito. A destra del Discorso della montagna, troviamo La giustizia, emblematicamente in una vergine in cammino verso Dio, affamata e assetata nel divenir santa. E’ diretta verso la Luce che squarcia le tenebre, nel pieno meriggio dell’eternità.
  • Nella parete d’ingresso invece, è stato posto (guardandola e avendo alle spalle “La Crocifissione”), a sinistra la prudenza, ossia una vergine estasiata, che procede verso lo sposo, con la lampada accesa, scrupolosa e attenta affinché la fiamma non si spenga.
  • A destra c’e invece la fortezza, data da una vergine di celestiale bellezza, dall’algido aspetto, impavida, che sfida l’impeto dei flutti del mare (le avversità della vita), sfida il pericolo e non ha paura di venire trascinata dalla corrente, ma lascia che le onde s’infrangano tranquillamente su di lei. Lei che è solida come il granito e ha la limpida durezza del diamante.

Cappella Palazzo Corso Carpi - Prudenza e Fortezza

Concludendo questa antologia, tra questi ultimi due quadri ve n’è un terzo, proprio sopra la porta d’accesso alla cappella, ossia L’immortalità dell’anima, rappresentato da un frondoso albero (l’albero della vita), che fa da sfondo a una zampillante fonte (Dio) in cui due splendidi pavoni (le anime) vanno a dissetarsi: “Chi beve di quest’acqua, non avrà più sete in eterno”.

L’autore
Orlando Sorgato - Artista - PittoreOrlando Sorgato (1916-2018) si e occupato di arte nelle varie espressioni (olio, affresco, mosaico, vetrate, incisioni e altro) fino a non molti anni fa.
Dopo aver compiuto gli studi classici a Possagno (TV) presso il collegio “Cavanis”, si é dedicato alle materie artistiche presso l’Istituto P. Selvatico di Padova, per poi proseguire all’Accademia di Belle Arti di Venezia, conseguendo la maturità.
E’ Accademico associato dell’ Accademia “Tiberina”, istituto di cultura universitaria e di studi superiori, dell’Unione della “Legion d’oro”, ed inoltre accademico di merito dell’Accademia de “I 500”.
Sorgato è dotato di temperamento irruente, in cui la congenialità dell’impegno gli consente di affrontare la tematica religiosa con una visione ampia. E’ abile e solido nel disegno, classico nell’impostazione, egli riesce a disimpegnarsi egregiamente, oltre che sulla tela, nell’affresco e nel mosaico.
Si é inoltre impegnato con successo nell’Arte profana e nella ritrattistica, già durante il periodo militare prima, e nel richiamo per la 2a guerra mondiale poi. Dal 1934 ha iniziato a partecipare a mostre personali e collettive, nazionali e internazionali.
Nei paesaggi, come nelle figure umane e nei fiori, si identifica l’artista padovano proprio nella ricchezza dei toni caldi e riposanti, di un colore che sgorga con spontaneità e sicurezza da una pennellata larga e corposa, dove si evidenzia la preoccupazione dell’artista ad offrire un linguaggio semplice e lineare, privo di fronzoli o di tecniche troppo elaborate.
Può variare la tecnica nelle opere di Sorgato, si possono scorgere diversi modi di trattare un argomento, ma del linguaggio del colore, l’impronta e sempre quella: un modo tutto personale, insomma, di tradurre le molteplici ispirazioni attraverso una vera armonia di tinte che vanno dai toni più pallidi di un paesaggio campestre pieno di quiete riposante, a quelli più accesi e violenti di un rosso tramonto tra nubi di fuoco.

Cappella Palazzo Corso Carpi